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Lab.INT 1 - DAY ONE: MEETING EACH OTHER


Oggi per venti studenti non è una comune giornata scolastica, ma l’inizio di una nuovissima avventura che li terrà impegnati per tutta la settimana. Un po’ di agitazione ed emozione imperversa sui giovani volti dei ragazzi: che cosa li aspetterà? Ci troviamo alla LIUC Università Carlo Cattaneo di Castellanza, e siamo pronti ad affrontare questa nuova esperienza. Riuniti tutti attorno a un tavolo come se stessero partecipando al briefing di una grande azienda, ci sono venti studenti ignari di quello che sta per accadere. Ognuno di loro ha la loro postazione collegata a una stampante 3D. Le stampanti sono venti in totale e aspettano di essere usate. L’esperimento consiste nel fare una cosa che non sempre è facile: ESSERE CREATIVI. Dopo i primi minuti di incertezza generale, un docente dell’Università, il Professor Luca Mari, prende le redini della situazione e inizia una fantastica introduzione, che ha stimolato anche in me la voglia di mettermi alla prova. Dopo il benvenuto iniziale e l’invito a “vivere nell’Università” si passa al sodo: perché gli studenti selezionati sono qui? Gli estremi che possono aver spinto e che spingeranno i ragazzi in questa avventura sono due: il primo è l’estremo facile, una settimana in cui non si va a scuola, si saltano verifiche e interrogazioni e ci si diverte insieme ad altri coetanei; il secondo, quello ambizioso, offre ai ragazzi la possibilità di sentirsi e diventare progettisti e ricercatori. E di che cosa si diventa ricercatore con una sola settimana di Università? Ricercatori dell’imparare, del COME si fa ad imparare. Ma come si fa ad imparare creando e a creare imparando? La sfida che ci offre la LIUC è quella di insegnare alla scuola come essere un po’ più interattiva, un po’ più coinvolgente, un po’ più creativa. Ci interessa imparare a imparare meglio, speriamo di riuscirci. Nel corso della settimana, i ragazzi saranno seguiti da tre ricercatori universitari: Linda, Alessandro e Giuseppe. Adesso inizia la vera lezione, una lezione divertente e per niente noiosa, in cui Giuseppe spiega come funzionano le stampanti 3D, mostrando video, oggetti già creati e chiedendo anche ai ragazzi stessi cosa già conoscono e cosa si aspettano di imparare. Sono tutti attenti e partecipi: è una lezione frontale, sì, ma totalmente differente da quella a cui siamo abituati. E così riusciamo a intuire come sarà la relazione tra “noi” e “loro” per tutta la settimana. Le cose da scoprire a questo punto diventano tante: gli oggetti stampati in 3D sono più di quanto si immagini, dal cibo ai vestiti, dalle scarpe di alta moda ai pezzi di auto, addirittura a dispositivi medici. L’idea vincente è pensare a un problema comune per inventare qualcosa che lo risolva, come l’automobile, il telefono, il computer. Questo è il compito dei ragazzi: creare qualcosa di innovativo. Come si svolgerà la settimana? I venti ragazzi verranno divisi in 5 gruppi, ognuno dei quali sarà un’azienda. Dovranno ideare un prodotto, progettarlo, realizzarlo, ed essere capaci di venderlo al meglio entro venerdì pomeriggio, in un evento a cui saranno presenti genitori, professori e il dirigente scolastico della provincia. Entriamo ora nel vivo della questione, quali sono le caratteristiche che servono? - Essere creativi - Saper comunicare - Un pizzico di tecnologia - Imprenditorialità - X FACTOR: ognuno dei ragazzi ha un elemento caratteristico che lo rende unico, ed è quello che farà la differenza. Bisogna ora creare cinque gruppi di quattro persone l’uno, e nessuno dei componenti del gruppo deve conoscersi. CI SIAMO! Le squadre, o meglio, le aziende sono state create. Siamo operativi! I pareri sulla mattinata per ora sono positivi e i ragazzi sono entusiasti di cominciare. Il primo compito delle neo-aziende è di creare un mini-video di 30 secondi in cui si presenta l’azienda e gli elementi che la compongono, il tema del video è “abbiamo rotto il ghiaccio”, un video che parli delle prime impressioni, delle intenzioni per la settimana, provando a essere creativi e a spiegare perché la propria squadra è migliore delle altre, lo scopo è stupire. Sfida accettata, CIACK. Si Gira! Girati i video, è l’ora della pausa pranzo, momento perfetto per instaurare le relazioni con i nuovi membri dei vari gruppi. Riprendiamo, e inizia il progetto vero e proprio. Primo step: comunic..AZIONE. La dottoressa Elena Galante, insieme a Giuseppe si occuperanno di “comunicazione” per migliorare le relazioni all’interno dei gruppi, con un chek dell’autostima, per non limitarsi ad “accettare” solo le idee degli altri svalutando le proprie. Si inizia da una simpatica esercitazione su “noi stessi” per far in modo che ognuno “conosca” la sua identità, intitolata “Io Sono…”: ogni ragazzo deve scrivere una piccola auto-descrizione che in poche righe o con alcuni aggettivi, parli della sua personalità. Questa descrizione serve a capire quale opinione abbiamo di noi stessi. Dopo una chiacchierata su cosa sia l’autostima e su come poterla incrementare, ogni ragazzo viene messo alla prova per 30 secondi: un’opinione sulla scuola da comunicare e condividere con gli altri. L’imbarazzo è diffuso, ma si procede. Poi Giuseppe dà il via a un gioco divertente: la Marshmallow Challenge, che consiste nel costruire una torre con l’ausilio di un metro di scotch, un metro di corda e 20 spaghetti. In cima alla forre finirà il marshmellow. La torre più alta farà vincere l’azienda creatrice. Le squadre si mettono in posizione. 18 minuti per la costruzione. VIA! C’è chi punta sulla solidità, e chi cerca di erigere in altezza senza preoccuparsi delle fondamenta: alcune torri traballano, altre sono più solide. Chi vincerà la sfida? Fine del tempo, e tra caduti e feriti, solo tre delle cinque torri sono rimaste in piedi… ops, mi correggo, solo due torri! Vince l’azienda la cui torre è risultata alta 71 cm! La giornata si conclude con una breve riflessione su cosa sia successo all’interno dei gruppi durante la sfida. Vengono espressi diversi pareri sulla giornata, c’è chi dice che questa giornata ha addirittura “aperto la mente”, anche perché le nozioni spiegate e il metodo utilizzato per farlo erano innovativi e interessanti. Ci lasciamo con un po’ di suspense, domani sarà una giornata tosta, ci sarà da sporcarsi le mani. Saranno pronti i nostri ragazzi? Lo scopriremo solo vivendo. Per oggi è tutto, STAY TUNED.


Serena Longobardi

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